Muovendoci sulla passerella, vediamo la prima scena: la Lotta tra il Gallo e la Tartaruga: Il Gallo, annunciatore della luce del nuovo giorno, raffigura Cristo “Luce del mondo”; la Tartaruga, il cui nome greco significa “Abitatore delle tenebre”, simboleggia il Maligno.
Poco più avanti, sulla destra, il Pastore con il Gregge mistico: Cristo è raffigurato giovane e imberbe, con la pecorella smarrita sulle spalle e in mano la syrinx (il flauto dei pastori), simbolo della dolcezza con cui governa il gregge; è circondato da animali di terra, di cielo, di acqua per ricordare che del suo Gregge fanno parte tutti gli uomini “di buona volontà” della terra, a qualsiasi razza e cultura essi appartengano.
Nei clipei compaiono i ritratti di benefattori (un uomo togato, una donna velata e fanciulle); negli altri tondi sono campite le immagini delle Stagioni (Estate e Autunno; Inverno e Primavera sono state distrutte dalle fondazioni delle colonne) e del Pesce - acrostico ICHTYS (ichtys in greco significa “pesce”; ogni lettera è iniziale delle parole Iesus Christòs Theu Yòs Sotér, Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore).
Attiguo al tappeto dei ritratti si estende quello con le immagini degli Offerenti e della Vittoria Cristiana. La Vittoria classica, alata, con in mano la corona d’alloro e la palma per il vincitore, si è trasformata nella Vittoria Cristiana che premia il credente vincitore sul peccato con l’Eucaristia.
La grande Scena di Pesca è opera del Maestro del mare. Allude alla predicazione del Vangelo ad opera degli Apostoli (“Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”: Mt. 4,19). I pesci sono le persone che ascoltano la Buona Novella, la barca è la Chiesa, la rete (ma anche la lenza) è il Regno dei Cieli (“Il Regno dei Cieli è simile a una gran rete gettata in mare...”: Mt. 13,47). Nel mare sono inserite le tre scene di Giona, allusive alla morte, resurrezione e ascensione di Cristo: Giona ingoiato dal mostro, Giona rigettato dal mostro, Giona in riposo sotto la pianta di zucca.