Nella terza campata, dove in passato si trovava l'altare, entro un riquadro centrale con cornice decorata a motivo intrecciato, è visibile l’allegoria della vittoria eucaristica, personificata da una bionda fanciulla alata, a cui si conferiscono gli attributi della corona d’alloro (segno di gloria) retta nella mano destra, e la palma (cifra del martirio) retta nella mano sinistra. L’immagine allude alla partecipazione gloriosa del Redentore al combattimento contro il male e la morte. Il significato è di notevole importanza per la primitiva chiesa cristiana, che usciva vincitrice dall’età pagana, diventando, dopo l'editto di Costantino, la principale religione dell'Impero romano. La vittoria eucaristica evoca i protomartiri, “semi di nuovi cristiani”, nell’idea del trionfo della vita sulla morte, tema centrale delle attigue storie del profeta Giona. Serve ricordare che, quando gli imperatori romani tornavano vincitori dalle campagne militari, venivano loro conferiti gli stessi attributi ma in questo contesto, alloro e palma ricordano principalmente il trionfo del Cristo sulla morte. La vittoria qui indossa una tunica talare smanicata, allacciata ai fianchi, ha braccia nude ornate al polso destro con un braccialetto. Alla sua destra e sinistra, troviamo due recipienti preposti a ricevere, probabilmente, spighe e acini di uva: evidente richiamo al pane e al vino, simboli dell’eucarestia. Ciò è confermato dal fatto che intorno alla scena centrale, nei mosaici che la circondano possiamo ammirare numerosi personaggi, soprattutto donne, che con il loro lavoro contribuiscono a realizzare il pane e il vino destinati a diventare corpo e sangue di Cristo. Nella quotidiana esperienza della vita e del lavoro l’uomo incontra la rivelazione di Dio, cosicché il pane e il vino diventano cifra della gioia e al tempo stesso della fatica nell’opera di ri-creazione, affidata all’umanità. Pertanto intorno alla figura alata, nel tappeto di mosaici, possiamo apprezzare toccanti scene di fedeli aquileiesi impegnati nei propri mestieri. Essi onorano in tal modo la vita e i frutti del creato, da deporre su un ideale altare, a memento dei simboli cristologici ma anche della comunione vissuta durante l’assemblea dei fedeli. Nel disegno a rilievo, il corpo della vittoria eucaristica, stante, sotto la cintura presenta tratteggi verticali finalizzati a rendere meno invasiva la lacuna presente nel mosaico originale. Ciò allo scopo di garantire una continuità percettiva tattile necessaria alla cognizione e rappresentazione mentale della figura intera.