PESCE NEL CLIPEO

PESCE NEL CLIPEO

Il pesce rappresentato entro un clipeo (dal latino clypeus, il vocabolo indicava lo scudo cavo dell’oplita greco; nell’arte romana è riferito ai ritratti inscritti in forme circolari) è il simbolo per eccellenza del cristianesimo. In greco il termine  pesce si scrive ΙΧΘΥΣ (ichthys) ed è un acronimo/acrostico che sta per: "Ἰησοῦς Χριστὸς, Θεοῦ Υἱὸς, Σωτήρ" (Iēsous Christos, Theou Yios, Sōtēr), che tradotto in italiano recita: “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”. La frase dell'acronimo, quasi completa, è pronunciata da Pietro prima che Gesù gli affidi la Chiesa. Ma il pesce rappresenta anche ogni cristiano che ha accettato di essere tratto fuori dal mare del mondo per poter partecipare alla vita eterna dell’anima. Accanto al pesce, si trovano spesso scene di pesca che rappresentano l’annuncio del Vangelo. L'associazione di Gesù con l'immagine di un pesce non è incongrua, visto il ruolo salvifico che un pesce svolge sia nel Libro di Giona sia nel Libro di Tobia. Questa simbologia è visibile anche nei mosaici di Aquileia. In particolare, l'ichthýs è uno dei più antichi simboli cristiani giunti fino a noi. Veniva presumibilmente adoperato come segno di riconoscimento, noto fra i cristiani e non ai loro persecutori romani: quando un cristiano incontrava uno sconosciuto di cui aveva bisogno di conoscere la lealtà, tracciava nella sabbia uno degli archi che compongono l'ichthýs. Se l'altro completava il segno, i due individui si riconoscevano come seguaci di Cristo e sapevano di potersi fidare l'uno dell'altro. Il simbolo era disegnato anche sulle porte di casa delle famiglie cristiane. Il pesce è stato interpretato dalla psicologia quale archetipo di una profonda verità, che si trova intrappolata e nascosta sotto l'acqua e poi affiora alla luce. Si consiglia una prima lettura tattile della cornice del clipeo, per poi accedere alla visione isolata del pesce, raffigurato di profilo.